Nel 1878 Alfred Strohl-Fern, un signore alsaziano, artista e mecenate, e soprattutto ricchissimo, comprò otto incredibili ettari di terreno appena fuori Porta del Popolo (l’idea che poco più di un secolo fa si potessero ancora comprare ottantamila metri quadrati in pieno centro è sbalorditiva), ci impiantò un bosco incantato, un giardino favoloso, un laghetto da sogno, costruì una villa per sé, e accanto a questa una trentina di studi nei quali invitò pittori, scultori e poeti a vivere e lavorare.
Vent’anni dopo ad Anticoli Corrado, poverissimo paese di pastori in Ciociaria, ma già famoso perché le ragazze e i ragazzi da lì scendevano a Roma, e, ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna, si offrivano come modelli ai pittori della vicina Via Margutta, nasceva Pasquarosa.
Che era la più bella di tutte. Anche lei scese a Roma, fu modella, sposò il suo pittore e diventò Pasquarosa Bertoletti. Ma fece qualcosa di più delle altre. Era analfabeta e imparò a scrivere; non sapeva cos’era un pennello e diventò presto un’audace pittrice di talento. E tutto questo era cominciato nella boheme, poi diventata successo, in uno studio di Villa Strohl-Fern.
Dove, in un altro studio, quello del pittore Trombadori, l’unico rimasto intatto (erano tutti uguali), con ancora i quadri alle pareti e gli stessi mobili di allora, la sera del 7 giugno gli attori Gloria Sapio e Maurizio Repetto ci hanno raccontato in forma di diario a due voci la favola di Pasquarosa, da pastorella ignorante ad artista internazionale. Promotrice, l’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern, che si batte, finora con successo, perché questo frammento del passato non finisca fra le fauci della scuola francese, ivi ubicata, che sta cercando di papparselo.
Una serata deliziosa, di ricordi e riferimenti alla storia del secolo scorso: arte, costume, politica, due guerre e una dittatura. Solo cent’anni, ma pieni di movimento. Come ultimo regalo a fine spettacolo, prima di accompagnarci al cancello della villa, che purtroppo (o per fortuna) non è aperta al pubblico, ci hanno fatto fare un giro nel bosco per vedere le lucciole. Milioni, ce n’erano.
Vent’anni dopo ad Anticoli Corrado, poverissimo paese di pastori in Ciociaria, ma già famoso perché le ragazze e i ragazzi da lì scendevano a Roma, e, ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna, si offrivano come modelli ai pittori della vicina Via Margutta, nasceva Pasquarosa.
Che era la più bella di tutte. Anche lei scese a Roma, fu modella, sposò il suo pittore e diventò Pasquarosa Bertoletti. Ma fece qualcosa di più delle altre. Era analfabeta e imparò a scrivere; non sapeva cos’era un pennello e diventò presto un’audace pittrice di talento. E tutto questo era cominciato nella boheme, poi diventata successo, in uno studio di Villa Strohl-Fern.
Dove, in un altro studio, quello del pittore Trombadori, l’unico rimasto intatto (erano tutti uguali), con ancora i quadri alle pareti e gli stessi mobili di allora, la sera del 7 giugno gli attori Gloria Sapio e Maurizio Repetto ci hanno raccontato in forma di diario a due voci la favola di Pasquarosa, da pastorella ignorante ad artista internazionale. Promotrice, l’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern, che si batte, finora con successo, perché questo frammento del passato non finisca fra le fauci della scuola francese, ivi ubicata, che sta cercando di papparselo.
Una serata deliziosa, di ricordi e riferimenti alla storia del secolo scorso: arte, costume, politica, due guerre e una dittatura. Solo cent’anni, ma pieni di movimento. Come ultimo regalo a fine spettacolo, prima di accompagnarci al cancello della villa, che purtroppo (o per fortuna) non è aperta al pubblico, ci hanno fatto fare un giro nel bosco per vedere le lucciole. Milioni, ce n’erano.
Genova - È stato firmato l'11 marzo all’Acquario di Genova l’accordo di collaborazione tra l’Istituto Giannina Gaslini, la Fondazione Acquario di Genova Onlus e Unitalsi sottosezione Genova volto a offrire ai bambini in cura presso l’ospedale pediatrico un programma continuativo di visite guidate gratuite all’Acquario di Genova.A presentare l’iniziativa sono intervenuti Silvio Del Buono, Direttore Sanitario dell’Istituto Giannina Gaslini, Nicola Costa, Presidente Fondazione Acquario di Genova Onlus, Massimo Besana, Presidente dell’UNITALSI Liguria.
Con “Oggi vado all’Acquario”, ogni primo e terzo mercoledì del mese, dalle ore 14 alle ore 16, i bambini in cura presso il Gaslini, accompagnati da un genitore, avranno la possibilità di visitare l’Acquario guidati da un biologo della struttura.
L’obiettivo dell’iniziativa è di poter offrire ai piccoli pazienti un momento di svago attraverso la conoscenza del mondo animale, la scoperta di ciò che si nasconde dietro le vasche e di tutte le curiosità degli animali ospiti della struttura. Cuore della visita sarà la partecipazione dei bambini al momento del pasto dei delfini nel nuovo Padiglione Cetacei, aperto lo scorso luglio: il programma prevede infatti l’accesso alla piattaforma a cielo aperto costruita accanto alla vasca principale del Padiglione, che consente di avvicinarsi maggiormente ai delfini e assistere, da una posizione privilegiata, all’attività del personale veterinario e acquariologico per la cura e il benessere di questi animali.
“Esperienze ludiche intense come le visite guidate offerte dall’Acquario di Genova hanno un beneficio profondo e importante, perché arricchiscono la qualità di vita dei bambini e delle famiglie, che si rivolgono al Gaslini per usufruire di cure specialistiche spesso lunghe e impegnative, permettendo loro di vivere un esperienza speciale, migliorare l’umore e scaricare le ansie legate alle terapie” ha spiegato Silvio Del Buono Direttore Sanitario dell’Istituto Gaslini.
“La partecipazione della Fondazione Acquario di Genova Onlus e dell’Acquario di Genova – ha sottolineato Nicola Costa, Presidente della Fondazione Acquario di Genova Onlus - è in linea con l’impegno di solidarietà e supporto ai meno fortunati che da anni perseguiamo e che già in passato si sono concretizzate in eventi e visite speciali. La volontà di strutturare una forma di collaborazione continuativa nasce in modo particolare in occasione dell’apertura del nuovo Padiglione Cetacei, per sancire l’importanza di questa struttura come patrimonio della città di Genova e strumento per regalare un’esperienza positiva a chi vive un disagio, partendo proprio dai bimbi in cura al Gaslini.”
Per poter facilitare la partecipazione dei piccoli pazienti e dei genitori accompagnatori, verrà messo a disposizione un servizio di trasporto gratuito grazie alla disponibilità dell’UNITALSI – sottosezione di Genova, Associazione di Volontariato che da anni lavora con l’Istituto pediatrico.
In un primo momento, il servizio di trasporto verrà effettuato da un mezzo capace di accogliere 12 persone: l’iniziativa si rivolgerà pertanto a piccoli gruppi composti da 6 bambini con rispettivi genitori. L’obiettivo è di poter arrivare col tempo a garantire l’uso anche di altri mezzi e poter così aumentare il numero di partecipanti per ogni visita.
Per partecipare, i genitori dei bambini, dovranno prenotare presso lo sportello ospitalità dell’Ospedale di giorno nel Padiglione n. 20, piano 0. Il personale sanitario dell'unità operativa dove il bimbo è ricoverato fornirà il foglio di uscita in giornata.
L’iniziativa rientra in una collaborazione più ampia che vede l’unione di due eccellenze della città di Genova quali l’Istituto Giannina Gaslini e l’Acquario di Genova con la prospettiva di poter sviluppare anche una partnership dal punto di vista scientifico, ad oggi allo studio.
Ufficio stampa Fondazione Acquario di Genova Onlus tel. 010/2345.240 [email protected]
Ufficio stampa Istituto Giannina Gaslini Tel 010/56362820 cell. 335/7411393 [email protected]
Con “Oggi vado all’Acquario”, ogni primo e terzo mercoledì del mese, dalle ore 14 alle ore 16, i bambini in cura presso il Gaslini, accompagnati da un genitore, avranno la possibilità di visitare l’Acquario guidati da un biologo della struttura.
L’obiettivo dell’iniziativa è di poter offrire ai piccoli pazienti un momento di svago attraverso la conoscenza del mondo animale, la scoperta di ciò che si nasconde dietro le vasche e di tutte le curiosità degli animali ospiti della struttura. Cuore della visita sarà la partecipazione dei bambini al momento del pasto dei delfini nel nuovo Padiglione Cetacei, aperto lo scorso luglio: il programma prevede infatti l’accesso alla piattaforma a cielo aperto costruita accanto alla vasca principale del Padiglione, che consente di avvicinarsi maggiormente ai delfini e assistere, da una posizione privilegiata, all’attività del personale veterinario e acquariologico per la cura e il benessere di questi animali.
“Esperienze ludiche intense come le visite guidate offerte dall’Acquario di Genova hanno un beneficio profondo e importante, perché arricchiscono la qualità di vita dei bambini e delle famiglie, che si rivolgono al Gaslini per usufruire di cure specialistiche spesso lunghe e impegnative, permettendo loro di vivere un esperienza speciale, migliorare l’umore e scaricare le ansie legate alle terapie” ha spiegato Silvio Del Buono Direttore Sanitario dell’Istituto Gaslini.
“La partecipazione della Fondazione Acquario di Genova Onlus e dell’Acquario di Genova – ha sottolineato Nicola Costa, Presidente della Fondazione Acquario di Genova Onlus - è in linea con l’impegno di solidarietà e supporto ai meno fortunati che da anni perseguiamo e che già in passato si sono concretizzate in eventi e visite speciali. La volontà di strutturare una forma di collaborazione continuativa nasce in modo particolare in occasione dell’apertura del nuovo Padiglione Cetacei, per sancire l’importanza di questa struttura come patrimonio della città di Genova e strumento per regalare un’esperienza positiva a chi vive un disagio, partendo proprio dai bimbi in cura al Gaslini.”
Per poter facilitare la partecipazione dei piccoli pazienti e dei genitori accompagnatori, verrà messo a disposizione un servizio di trasporto gratuito grazie alla disponibilità dell’UNITALSI – sottosezione di Genova, Associazione di Volontariato che da anni lavora con l’Istituto pediatrico.
In un primo momento, il servizio di trasporto verrà effettuato da un mezzo capace di accogliere 12 persone: l’iniziativa si rivolgerà pertanto a piccoli gruppi composti da 6 bambini con rispettivi genitori. L’obiettivo è di poter arrivare col tempo a garantire l’uso anche di altri mezzi e poter così aumentare il numero di partecipanti per ogni visita.
Per partecipare, i genitori dei bambini, dovranno prenotare presso lo sportello ospitalità dell’Ospedale di giorno nel Padiglione n. 20, piano 0. Il personale sanitario dell'unità operativa dove il bimbo è ricoverato fornirà il foglio di uscita in giornata.
L’iniziativa rientra in una collaborazione più ampia che vede l’unione di due eccellenze della città di Genova quali l’Istituto Giannina Gaslini e l’Acquario di Genova con la prospettiva di poter sviluppare anche una partnership dal punto di vista scientifico, ad oggi allo studio.
Ufficio stampa Fondazione Acquario di Genova Onlus tel. 010/2345.240 [email protected]
Ufficio stampa Istituto Giannina Gaslini Tel 010/56362820 cell. 335/7411393 [email protected]
Cambiamenti climatici: città europee in ritardo
Le città del nord Europa sono più all’avanguardia nel fronteggiare le sfide del cambiamento climatico con piani di adattamento e consistenti obiettivi di riduzione delle emissioni, in particolare quelle britanniche, francesi e tedesche. La più ambiziosa è la città di Groningen (Olanda) che punta a ‘zero emissioni’, anche attraverso l’incremento di fonti rinnovabili e la piantumazione di nuovi alberi, già nel 2025 in anticipo sul previsto traguardo del 2050.
I dati emergono da una ricerca, pubblicata su ‘Climate Change Letters’ e finanziata dal programma multidisciplinare europeo COST TU0902, che ha visto il coinvolgimento di Monica Salvia e Filomena Pietrapertosa dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Imaa-Cnr) in collaborazione con ricercatori di nove stati, coordinati da Diana Reckien della Columbia University. “Abbiamo analizzato gli strumenti elaborati e attuati da 200 città medio-grandi in 11 stati europei, Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna”, spiegano le ricercatrici Cnr. “Le aree urbane hanno un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea in tema di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare dai target fissati dalla “Energy Roadmap 2050” che tra l’altro prevedono la riduzione dell’80% delle emissioni europee di gas serra entro il 2050 per evitare l'aumento della temperatura media globale di 2° C rispetto ai livelli pre-industriali”.
La gran parte delle città sono lontane dal fronteggiare le nuove sfide poste dal cambiamento climatico. “Il 35% non ha provveduto a redigere alcun piano di adattamento né di mitigazione e appena un quarto si è dotato di entrambi, il 72% ha solo il piano di mitigazione e nessuna ha prodotto solo quello di adattamento. Il percorso comune comincia insomma con l’adozione di misure di riduzione delle emissioni, come il miglioramento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili, per poi passare all’adattamento del territorio ai rischi futuri, ad esempio tramite la costruzione di argini per proteggere le città da un aumento del livello del mare”, spiega Monica Salvia. La situazione risulta però estremamente variabile. “Il primato spetta al Regno Unito: il 93% delle 30 città analizzate ha un piano di mitigazione, contro l'80% di quelle olandesi e tedesche, il 56% di quelle italiane e il 43% delle città francesi. Anche per quanto riguarda l’adattamento, si distingue la Gran Bretagna con 24 città, contro 13 su 40 città tedesche e 5 su 26 spagnole. In Italia, su 32 analizzate, solo Padova vanta un piano di adattamento”.
Si tratta del primo studio che non si basi su criteri di autovalutazione ma sui documenti programmatici e di pianificazione realmente adottati. “Se le azioni previste a livello urbano fossero adottate dall’intero sistema nazionale si otterrebbe entro il 2050 una riduzione del 37% delle emissioni di gas serra degli 11 paesi e del 27% dell'Ue nel suo complesso. Tuttavia, saremmo sempre lontani dal raggiungimento dell'80% previsto”, osserva Filomena Pietrapertosa.
La maggior parte dei piani di mitigazione si basa su opzioni tecnologiche e azioni di settore per incrementare l’efficienza energetica, come il miglioramento della coibentazione degli edifici, piuttosto che su cambiamenti a scala urbana. L’adattamento invece viene spesso affrontato in termini più sistemici ma meno concreti, in termini di studi scientifici o cooperazione, e soprattutto a scala regionale, in Italia e Francia, o nazionale, in Olanda.
I dati emergono da una ricerca, pubblicata su ‘Climate Change Letters’ e finanziata dal programma multidisciplinare europeo COST TU0902, che ha visto il coinvolgimento di Monica Salvia e Filomena Pietrapertosa dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Imaa-Cnr) in collaborazione con ricercatori di nove stati, coordinati da Diana Reckien della Columbia University. “Abbiamo analizzato gli strumenti elaborati e attuati da 200 città medio-grandi in 11 stati europei, Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna”, spiegano le ricercatrici Cnr. “Le aree urbane hanno un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea in tema di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare dai target fissati dalla “Energy Roadmap 2050” che tra l’altro prevedono la riduzione dell’80% delle emissioni europee di gas serra entro il 2050 per evitare l'aumento della temperatura media globale di 2° C rispetto ai livelli pre-industriali”.
La gran parte delle città sono lontane dal fronteggiare le nuove sfide poste dal cambiamento climatico. “Il 35% non ha provveduto a redigere alcun piano di adattamento né di mitigazione e appena un quarto si è dotato di entrambi, il 72% ha solo il piano di mitigazione e nessuna ha prodotto solo quello di adattamento. Il percorso comune comincia insomma con l’adozione di misure di riduzione delle emissioni, come il miglioramento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili, per poi passare all’adattamento del territorio ai rischi futuri, ad esempio tramite la costruzione di argini per proteggere le città da un aumento del livello del mare”, spiega Monica Salvia. La situazione risulta però estremamente variabile. “Il primato spetta al Regno Unito: il 93% delle 30 città analizzate ha un piano di mitigazione, contro l'80% di quelle olandesi e tedesche, il 56% di quelle italiane e il 43% delle città francesi. Anche per quanto riguarda l’adattamento, si distingue la Gran Bretagna con 24 città, contro 13 su 40 città tedesche e 5 su 26 spagnole. In Italia, su 32 analizzate, solo Padova vanta un piano di adattamento”.
Si tratta del primo studio che non si basi su criteri di autovalutazione ma sui documenti programmatici e di pianificazione realmente adottati. “Se le azioni previste a livello urbano fossero adottate dall’intero sistema nazionale si otterrebbe entro il 2050 una riduzione del 37% delle emissioni di gas serra degli 11 paesi e del 27% dell'Ue nel suo complesso. Tuttavia, saremmo sempre lontani dal raggiungimento dell'80% previsto”, osserva Filomena Pietrapertosa.
La maggior parte dei piani di mitigazione si basa su opzioni tecnologiche e azioni di settore per incrementare l’efficienza energetica, come il miglioramento della coibentazione degli edifici, piuttosto che su cambiamenti a scala urbana. L’adattamento invece viene spesso affrontato in termini più sistemici ma meno concreti, in termini di studi scientifici o cooperazione, e soprattutto a scala regionale, in Italia e Francia, o nazionale, in Olanda.
Il Ministro Clini indica la nuova linea sui rifiuti.
"Tuteliamo cosi l'Ambiente". Questo ha sostenuto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, nel corso dell'audizione presso le commissioni congiunte Ambiente e Politiche europee della Camera sul tema dei rifiuti e delle discariche illegali.
"Le direttive europee relative alla gestione dei rifiuti sono il risultato di valutazioni che durano anni e vengono fatte insieme all'Organizzazione Mondiale della Sanita'. I livelli stabiliti in Italia sono anche piu' severi di quelli delle direttive europee. Se dopo tutto questo, qualche amministrazione pubblica si alza e dice che queste valutazioni non servono a niente perche' comunque i tumori aumentano, allora non stiamo lavorando sul terreno della legalita' ma siamo da un'altra parte".
Il Ministro Clini spiega: "Dove si assume che le regole stabilite da direttive Ue e leggi nazionali per la protezione dell'ambiente e della salute non sono efficaci, apriamo la strada alla gestione illegale dei rifiuti". Clini ha quindi affermato che le leggi vanno sempre rispettate "assumendo che queste sono garanzie per i cittadini, soprattutto quando stabiliscono i limiti per le emissioni inquinanti e i criteri per l'individuazione dei siti per lo smaltimento dei rifiuti". Il ministro ha quindi ricordato: "avevamo chiesto all'Autorita' di bacino del Tevere di fare una verifica per trovare il sito temporaneo, alternativo a Malagrotta, piu' sicuro. Erano stati individuati Pizzo del Prete e Monte Carnevale, i piu' sicuri dal punto di vista idro-geologico, con 80 metri di argilla. Per scoraggiare la scelta di questo sito - ha proseguito Clini - autorevoli autorita' pubbliche hanno stilato un rapporto nel quale si dice che dovunque di crei una discarica aumenta il numero dei tumori. Potete quindi rendervi conto - ha detto rivolgendosi ai componenti della commissione - di quale sia il livello di responsabilita' con il quale ci confrontiamo. Cosa dobbiamo fare di fronte a una dichiarazione del genere?", ha chiesto ancora. Il ministro ha tenuto poi a ricordare che laddove ci sono stati, nel tempo, amministratori che hanno saputo decidere secondo le leggi e "senza ascoltare gli umori della popolazione", si hanno oggi citta' con elevati livelli di gestione dei rifiuti e nessun ricorso alle discariche. Per risolvere il problema dei rifiuti in Italia, ha concluso Clini, e' necessario che il ciclo dei rifiuti passi "dallo smaltimento alla valorizzazione industriale dei rifiuti. Per fare questo ci vuole pero' grande responsabilita', soprattutto in quelle realta' ancora legate alle discariche".
Il Ministro Clini spiega: "Dove si assume che le regole stabilite da direttive Ue e leggi nazionali per la protezione dell'ambiente e della salute non sono efficaci, apriamo la strada alla gestione illegale dei rifiuti". Clini ha quindi affermato che le leggi vanno sempre rispettate "assumendo che queste sono garanzie per i cittadini, soprattutto quando stabiliscono i limiti per le emissioni inquinanti e i criteri per l'individuazione dei siti per lo smaltimento dei rifiuti". Il ministro ha quindi ricordato: "avevamo chiesto all'Autorita' di bacino del Tevere di fare una verifica per trovare il sito temporaneo, alternativo a Malagrotta, piu' sicuro. Erano stati individuati Pizzo del Prete e Monte Carnevale, i piu' sicuri dal punto di vista idro-geologico, con 80 metri di argilla. Per scoraggiare la scelta di questo sito - ha proseguito Clini - autorevoli autorita' pubbliche hanno stilato un rapporto nel quale si dice che dovunque di crei una discarica aumenta il numero dei tumori. Potete quindi rendervi conto - ha detto rivolgendosi ai componenti della commissione - di quale sia il livello di responsabilita' con il quale ci confrontiamo. Cosa dobbiamo fare di fronte a una dichiarazione del genere?", ha chiesto ancora. Il ministro ha tenuto poi a ricordare che laddove ci sono stati, nel tempo, amministratori che hanno saputo decidere secondo le leggi e "senza ascoltare gli umori della popolazione", si hanno oggi citta' con elevati livelli di gestione dei rifiuti e nessun ricorso alle discariche. Per risolvere il problema dei rifiuti in Italia, ha concluso Clini, e' necessario che il ciclo dei rifiuti passi "dallo smaltimento alla valorizzazione industriale dei rifiuti. Per fare questo ci vuole pero' grande responsabilita', soprattutto in quelle realta' ancora legate alle discariche".