Redditometo - Agenzia delle Entrate " I controlli saranno limitati"Attilio Befera, intervenendo a Telefisco, ha parlato del redditometro, lo strumento attraverso cui lo Stato può stimare le entrate presunte del contribuente a partire dall’analisi delle sue spese. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha spiegato che a breve sarà emanata la direttiva relativa. Poi, ci ha tenuto a rassicurare sul fatto che, inizialmente, non sarà effettuato un numero esagerato di controlli.Il Fisco si limiterà ad una selezione dei casi più eclatanti. In tal senso, ha sottolineato Befera, i dipendenti dell’Agenzia hanno seguito dei corsi di formazione per far sì che gli eventuali contraddittori con i contribuenti siano ispirati al massimo da un rapporto di reciproca fiducia. «Se ci sono ipotesi di errore – ha aggiunto -, abbiamo detto ai nostri operatori di bloccare subito tutto. Anche l’approfondimento da parte dell’Autorità della Privacy comporterà un miglioramento della qualità e probabilmente una diminuzione del contenzioso».
Befera ha speso diverse parole anche sul provvedimento di rientro dei capitali (che, come ci ha tenuto a precisare il governo non è uno scudo fiscale: le tasse sulle risorse rientrate si pagano interamente, ma sono previste sanzioni ridotte), sostenendo che sono già giunti importanti segnali della volontà di rientrare. La Mediazione Civile con il freno tirato...
Dalla pronuncia del 24 ottobre 2012 della Corte Costituzionale sull’illegittimità dell’obbligatorietà della mediazione civile (per eccesso di delega legislativa del Dlgs 4 marzo 2010 n. 28), al momento fatta conoscere solo con un irrituale comunicato stampa, appaiono vani i tentativi di ridare vigore alla procedura alternativa per risolvere i conflitti (ADR), introdotta in Italia su direttiva comunitaria del 21 maggio 2000 n. 52. Molti sanno, infatti, che dal 20 marzo del 2011 è possibile adire la mediazione civile per risolvere, con una procedura snella e senza particolari formalità, questioni attinenti i diritti disponibili, tra i quali quelli condominiali, di successione e di divisioni di beni, risarcimenti da incidenti stradali e nautici, danni da cure mediche sbagliate. Il nuovo istituto, introdotto in sordina e senza un’adeguata e necessaria campagna di informazione e di promozione, aveva cominciato a dare i primi positivi risultati. Con questo stop, anche mediatico, invece, si corre il rischio di bloccare un procedimento virtuoso che avrebbe potuto sveltire non solo i tempi della giustizia (il procedimento può durare al massimo quattro mesi), ma incidere sui costi che i cittadini devono affrontare per tutelare i propri diritti.
La nuova procedura di risoluzione alternativa dei conflitti, faceva intravedere una svolta positiva per la giustizia in Italia, se è vero che solo dal 2002 al 2008 il ministero della Giustizia è stato penalizzato al pagamento di ben 81 milioni di rimborsi per l’eccessiva lunghezza dei processi. Il sistema giudiziario italiano, infatti, si posizionava al 156° posto nella graduatoria mondiale (dati del 2008) e al 33° nella zona Ocse. Una situazione insostenibile per la “Patria del diritto”, che sta avendo un effetto deprimente sulla vita civile, con ricadute pesanti su quella economica. Stiamo assistendo da mesi a una “guerra sulle barricate”: da una parte molti avvocati che temono vedersi sfuggire delle opportunità professionali, dall’altra gli Organismi di Mediazione e dei mediatori che, avendo investito in capitali e in formazione, perseguono la “nuova via”, brandeggiando la direttiva comunitaria e i Dlgs applicativi. In mezzo il cittadino sballottato e in preda ad una crisi di sfiducia sempre più marcata. Quello dell’obbligatorietà della mediazione può essere però considerato anche un falso problema. Appare, infatti, che si stia strumentalizzando la questione obbligatorietà, per mettere in sordina gli altri aspetti più significativi della riforma legislativa, e che rischiano di affossare la vera rivoluzione rappresentata dalla mediazione civile. E’ importante sottolineare ancora una volta, invece, che il procedimento di mediazione è uno strumento semplice, al servizio del cittadino, poco oneroso e rapido. Tutti gli atti, documenti e provvedimenti relativi al procedimento di mediazione, infatti, sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. Inoltre il verbale di accordo è esente dall’imposta di registro entro il limite di valore di 50.000 euro, imposta che è dovuta solo per la parte eccedente. Aspetti non secondari di una riforma che purtroppo stenta a decollare, uno strumento efficace e straordinariamente duttile, in grado di far superare la situazione di stallo della giustizia in cui l’Italia vive da troppi anni. di Giuseppe Mazzella |
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