Ancora un successo di Striscia la notizia:
dopo tre anni da un servizio-denuncia andato in onda nel 2011, un promotore
finanziario e una Banca foggiani, evidentemente truffaldini, sono stati
condannati dal tribunale a risarcire almeno una parte dei frodati. La domanda è: possibile che in Italia ci
debba pensare uno show televisivo, per giunta comico, a denunciare così tanti
casi? E spesso importanti, al punto di essere esso stesso a sollecitare l’intervento
della Guardia di Finanza, che abbiamo visto, più volte, pavoneggiarsi della sua
azione, ignara della gaffe?
Prendiamo il caso, anche se vecchio, della
Vanna Marchi & figlia: per anni truffarono questo mondo e quell’altro
finché uno a caso (Antonio Ricci) non si stufò. Servizi televisivi, denunce e tutto il resto, il che comportò una condanna
di circa dieci anni di reclusione alla coppia. Condanna sacrosanta,
intendiamoci, salvo che, allora più di ora, bastava fare un po’ di zapping in
TV per scoprire decine di loro colleghi e colleghe all’opera! La stessa opera:
vendere fumo e acqua semplice a tantissimi creduloni consenzienti, felici di
farsi spogliare di tutto da questi autentici geni della truffa. Avrebbe dovuto e dovrebbe intervenire ancora
Striscia, o non sarebbe il caso che, scoperto l’episodio più eclatante, fossero
le istituzioni ad agire per fermare definitivamente questi signori?
Ecco, in Italia tutto è confuso ma la cosa più
inquietante è che la gravità di un caso viene determinata dall’attenzione che richiamano
verso di esso i media: Il delitto di Cogne è il risultato di una depressione
conosciutissima in analisi e piuttosto diffusa fra le mamme ma se n’è parlato
per anni come fosse il mistero del secolo scorso; Parolisi uccide la moglie
come fanno tragicamente molti mariti ogni giorno, ma giù plastici di Vespa e
bibitoni sui TG; quanto potremmo seguitare?
Oggi si continua (giustamente) la ricerca
della verità ad ogni costo per incastrare il seviziatore di una bambina di nome
Yara, ma sono talmente tanti i casi di stupro e di azioni pedofile che forse sarebbe
meglio spendere tante risorse, invece che per placare la comprensibile voglia
di vendetta del popolo (verso carnefici orribili ma vittime a loro volta di una
malattia che li condiziona) per dare enorme e maggiore attenzione alla
prevenzione, per salvare le vittime che ancora non lo sono diventate.