Appena letto di questo romanzo di Donna Tartt, restano impressi nella
mente e nel cuore del lettore i volti e le azioni dei cinque protagonisti, poco
più che ventenni, di buona famiglia e frequentatori di un piccolo College nel
Vermont: "Henry, alto più di un metro e ottantacinque, capelli bruni e
mascella quadrata, la pelle bianca e spessa; Bunny, un ragazzo biondo,
trasandato, dalle guance rosee e sempre intento a masticare chewing gum; Francis, snello ed elegante, esile anche troppo,
con mani nevose e uno scaltro volto da albino ed i gemelli Charles e Camilla,
con i folti capelli biondo scuro e i volti da ermafroditi, limpidi, gioiosi e
gravi come angeli fiamminghi..."
Tra questo gruppo di privilegiati alunni del prof. Julian,
riesce ad inserirsi anche il californiano Richard, proveniente da una modesta
famiglia e voce narrante del romanzo, che frequenterà con loro le lezioni di
greco antico che Julian teneva " solo nel proprio ufficio perché in
nessuna aula saranno stati altrettanto comodi e appartati...".
Il docente però esercitava su di loro una forte seduzione
spirituale, affermando che "le cose cruente, terribili, sono a volte le
più belle ... Bellezza è terrore... È un'idea tipica dei greci e molto
profonda..."
Pertanto i ragazzi, assuefatti dal pensiero del mondo greco,
soprattutto per l’inquietante dio Dioniso, signore dell’irrazionalità e dell’ebrezza,
conducevano una vita irragionevole, fatta di alcol, droghe, danze, rigidi
digiuni ed estasi... E proprio una notte, mentre celebravano un rituale
dionisiaco, di tipo assolutamente mistico (la più antica festa tributata a
Dioniso consisteva in una danza notturna in una selva sacra, scelta
preferibilmente su una montagna, che culminava nel divoramento di un animale
vivo predisposto al sacrificio: diasparagmos), viene commesso un brutale
crimine, per il quale dovranno compierne un altro ancora più feroce.
Romanzo eccellente, una storia straordinaria di amicizia e
ossessione, da leggere con il fiato sospeso verso un finale sconvolgente.
Barbara Manna
SOLO UNA VOLTA NELLA VITA. di Timothy Lewis
L’americano Timothy Lewis,
scrittore e sceneggiatore, ha trovato ispirazione, per questo avvincente romanzo, dalla scoperta della corrispondenza segreta intercorsa per oltre 60 anni tra i
suoi prozii, decidendo così di dar vita alla storia romantica tra Gabe e Huck Alexander.
Dal 1926, ogni venerdì e per sei
decenni, sfidando le sorti del destino, Gabe scrive alla sua amata una
cartolina recante tutto l’amore, la passione, la tenerezza e l’attrazione che
lo legano alla sua “ragazza forever”.
Nel 2006 sarà poi Adam, agente
immobiliare, a ritrovare tutte le cartoline nella casa che fu degli Alexander e
che sta per vendere al migliore acquirente; Adam, appena uscito, deluso, da un
matrimonio fallito, comincia a ricostruire questa struggente storia d’amore e
cerca di scoprire, attraverso
essa, il segreto dell’amore vero, quello incondizionato che esiste tra due
anime predestinate e che egli aveva sognato per sé.
E’ una storia straordinaria, che conferma
al lettore quanto il vero amore sia un sentimento intenso, caparbio ed eterno e
come siano fondamentali le parole devozione
e speranza in una coppia di
innamorati.
“La speranza ha vinto guerre, nutrito popoli, sconfitto malattie. Per
l’inesorabile spirito dell’uomo, la speranza è un carburante. Per ognuno di noi
è diversa e per tutti è uguale. Per Huck era la fede in Dio e la dolce
consapevolezza che avrebbe rivisto Gabe…”
Barbara Manna
ADULTERIO di Paulo Coelho
Qual è l’esatto significato del
termine adulterio? Con il suo nuovo
romanzo, “Adulterio”, appunto, edito da Bompiani, il brasiliano Paolo Coelho ci
sottopone
la sua analisi sul senso di questa parola, che si trasforma di volta
in volta, a seconda se a vivere il tradimento sia un uomo o una donna: per il primo
si tratterà solo di “uno stupido errore”,
mentre per la seconda sarà “un assassinio spirituale di tutti i propri affetti”.
Il racconto vede protagonista una
trentunenne di nome Linda, che vive all’apparenza una vita magnifica: sposata
ad un uomo premuroso, vive e lavora a Ginevra, ha due splendidi figli ed un
lavoro appagante.
Allora cos’è che manca?
Quando nel suo intimo comincerà a
sentirsi come una persona che sta recitando il copione di qualcun altro si
accorgerà di essere insoddisfatta e infelice. Allora si renderà disponibile
alla passione e alla trasgressione, dando spazio ad una vita parallela con una
sua vecchia fiamma adolescenziale, l’affermato uomo politico Jacob.
Ma saranno proprio gli incontri
clandestini a condurre Linda in un viaggio spirituale alla ricerca di se stessa
e, mettendosi di fronte alla gioia del nuovo e al ricordo del passato,
rivisiterà i sentimenti, i comportamenti, i desideri e, perché no, anche le sue
ostinate convinzioni, trasformando queste esperienze in una nuova occasione per
donare nuove azioni
alla sua vita, per amarsi e amare davvero.
E’ una storia speciale. Incanta,
riscatta, è una vera e propria terapia, ma ancor di più un viaggio
introspettivo che ogni lettore condividerà con stupore, perché, come scrive
Paolo Coelho, “non sei tu a scegliere la
tua vita: è la vita che sceglie te. E se ciò che ti è stato riservato sono gioie
o tristezze, questo va oltre la tua comprensione. Accetta e va avanti. Non
scegliamo le nostre vite ma possiamo decidere il modo in cui gestire le gioie e
le tristezze”.
Una riflessione che accende
contrastate considerazioni e che probabilmente sarà accettata solo da una parte
dei lettori.
Barbara Manna
Il Cardellino di Donna Tartt
Come l’innocenza, il
destino e il bene, così il dolore, la morte, l’amore, la bellezza, tutto
acquista un accento e un limite nuovo nel romanzo di Donna Tartt “Il Cardellino”.
Su un tono favoloso ai
limiti dell’assurdo, si apre la narrazione con un terribile attentato
terroristico al Metropolitan Museo di New York.
Sul luogo della tremenda deflagrazione,
l’unico sopravvissuto è il tredicenne Theo Decker che, insieme alla madre, in
quel fatidico istante, ammirava, nelle sale della mostra, le tele dei pittori
fiamminghi, in particolare il quadro del 1654 “Il Cardellino”, del pittore
Carel Fabritius, allievo di Rembrandt, anch’egli morto, per un tragico destino,
in un’esplosione di polvere da sparo in un magazzino di Delft.
Il ragazzo comunque
riesce, indenne, a scambiare le ultime parole con un anziano signore, ferito
mortalmente dallo scoppio dell’ordigno e che, sfilandosi un prezioso anello, glielo
consegna negli ultimi istanti di vita, sussurrandogli di recarsi con
quell’oggetto prezioso da Hobie, presso un preciso indirizzo di Manhattan.
Theo, in stato
confusionale, si allontana portando con sé le rivelazioni del distinto signore
e il quadro del Cardellino avvolto in
un pacchetto, senza che nessun soccorritore possa individuarlo, rifugiandosi
nel suo appartamento, per timore che possa essere affidato ai servizi sociali,
atteso che suo padre aveva abbandonato la famiglia per trasferirsi a Las Vegas
con la nuova compagna.
Sarà proprio l’incontro
con Hobie, un famoso antiquario di New York , a cambiare il destino dei Theo,
che lo porterà in giro per il mondo da Las Vegas ad Amsterdam, passando per
l’aristocrazia di Manhattan, in un turbine di suspense, di ritrovate amicizie,
di amori e d’inganni.
Ma soprattutto sarà quel
piccolo cardellino incatenato il quadro della vita interiore di Theo, emblema d’innato
bisogno di meraviglia, d’innocenza e bellezza e lo accompagnerà nel corso degli
anni, tra l’eco triste e sfuggente dell’adolescenza, di giuste speranze, e di
disillusioni amare, tra il ricordo di sua madre, simbolo di amore che si
rafforza nel tempo attraverso la vita quotidiana e le esperienze vissute
insieme, le memorie che legano passato e presente e la propria verità,
inconciliabile con quella degli altri, poiché ha radici nei bisogni, nelle
aspirazioni, nelle frustrazioni, nei sentimenti e nelle sofferenze.
Un romanzo che è
specchio dell’anima e che, drammatizzato dalla figura di Theo, va in essa
evocando le immagini di un’esperienza dolorosa e ricostruendo un bilancio che
sembra allargarsi agli uomini e al loro faticoso destino.