La “buona
novella” arriva dal sito del Ministero dei Beni Culturali dal quale è scomparso
l’ormai tristemente famoso bando relativo alla “Notte nei Musei”, dopo che si è
scatenata una vera e propria rivolta sulla rete. La “geniale” iniziativa, come
definirla altrimenti, prevedeva la selezione di
compagnie artistiche per creare momenti di intrattenimento di vario
genere a titolo gratuito in uno dei siti aderenti all'iniziativa di apertura
dei Musei. Oltre a lavorare “aggratis”, come si dice a Roma, i partecipanti all’iniziativa avrebbero anche dovuto
accollarsi le spese relative all'assicurazione ed alla Siae. Però…..
Mi ha
molto colpita la lettera, che tutti noi avremmo voluto scrivere, ma che idealmente
abbiamo sottoscritto condividendola in rete, di Michele Spellucci, violoncellista
diplomato al Conservatorio di Milano e specializzato a Vienna, che ha preso
carta e penna ed ha risposto per le rime alla proposta indecente, rispedendola
al mittente. “Passi che i tempi sono bui per tutti, scrive Spellucci nella sua
lettera, passi che da anni ormai ho deciso di mantenermi con un altro impiego e
di dedicare tutto il mio tempo
libero
alla diffusione culturale a titolo completamente gratuito. Ora però da
cittadino onesto, che vanta il regolare pagamento delle tasse, mi aspetterei
che fosse il Vostro Ministero a cominciare ad investire in questa benedetta
cultura”. Per tutta risposta il Ministero ha tolto il bando dal sito. Devo
confessare che quando ho letto il Bando ho provato una grande rabbia, mista ad
incredulità.
L’Italia
è il Paese della musica e della cultura, nel senso più letterale del termine. Siamo
famosi nel mondo per la lirica che è nata nel nostro Paese; la
nostra lingua si parla anche a Timbuctù grazie a Rossini, Verdi, Puccini, Mascagni e Leoncavallo; eppure questo è il
settore che più maltrattiamo, non so se per ignoranza oppure con il fosco obiettivo
di addormentare le coscienze. Il lavoro va retribuito: chiedere ai lavoratori
dello spettacolo di esibirsi gratuitamente è vergognoso. Bene ha fatto il
Ministero a ritirare il bando, ma questo non basta. I teatri lirici sono in grande
affanno, chiudono orchestre e compagnie, impoverendo così l’offerta culturale; si
fa sempre più fatica ad immaginare di fare cultura in questo Paese, e ciò che
colpisce e dispiace è che chi dovrebbe programmarne il rilancio offende con
offerte irricevibili chi della cultura ne la propria vocazione. La notizia che
apre uno squarcio tra le nubi è l’approvazione del Dl Cultura che dopo
l’approvazione in Senato diventa legge e questo dovrebbe favorire investimenti
in un campo come quello della cultura che dovrebbe essere, e lo ripeto, il
motore dell’economia del nostro Paese. Attendiamo e speriamo…..
Due
righe desidero dedicarle al Teatro Valle, teatro storico della capitale,
ostaggio ormai da molto, troppo tempo da chi in nome della cultura (quale?) ha
posto in essere un regime di totale illegalità. Il Valle deve essere
“liberato”, senza se e senza ma, nel nome di tutti quelli che operano nel
settore cultura, muovendosi con grande fatica, nell’alveo della legalità e
della trasparenza, restituendolo così alla collettività, ma soprattutto per
ribadire con grande forza il concetto che la legge è uguale per tutti.